Conta fino a 10, poi protesta

protestare civilmenteChiprotesta.it pubblica le proteste inviate dagli utenti.

Non giudichiamo, non entriamo nel merito, non sollecitiamo i commenti.

La protesta pubblicata è di chi la invia.

Mi è capitato ultimamente di vedermi recapitata una protesta su un settore particolare (un concorso di accesso ad una borsa di studio) e dopo la pubblicazione, il giorno successivo, mi è stata richiesta la rimozione.

La protesta è di chi la invia e quindi l’ho rimossa, anche se questo può portare a delle penalizzazioni sui motori di ricerca. Il giorno dopo si può fare, il mese dopo no, anche perchè ormai la protesta è in pasto alla rete che non dimentica.

Ma in questo caso particolare sono stato anche sollevato dal ricevere la richiesta di rimozione da parte dello stesso utente che l’aveva inviata.

Infatti la protesta non mi convinceva del tutto ed alle argomentazioni riportate aveva già risposto in maniera soddisfacente la controparte sul proprio sito web.

Questa vicenda mi porta a tre considerazioni, valide per le proteste pubblicate su questo sito ma anche nella vita in generale:


1) la protesta è passionale, emotiva, urgente. La protesta è una rabbia che cresce dentro e vince sulla ragione. Magari pensandoci con calma, dando tempo ai sentimenti di riprendere la loro giusta dimensione e lasciando spazio alla ragione i toni sono più corretti, le argomentazioni più obiettive, la motivazione della protesta si ridimensiona. Contare fino a dieci prima di protestare è un buon consiglio, sempre, e mi evita di fare cancellazioni dal sito o di dover rifiutare le cancellazioni quando ormai è troppo tardi.

2) spesso la protesta nasce da scarsa comunicazione o scarsa fiducia verso la controparte. Prima di gridare al mondo la propria insoddisfazione forse è meglio chiarire i punti della questione, cercare un dialogo ed un punto di incontro. Nel caso della protesta ritirata cui accennavo è successo probabilmente proprio questo. Si sono parlati tardi e nel modo sbagliato, con diffidenza e pregiudizio. Provare ad avviare prima un dialogo costruttivo è un buon consiglio.

3) la protesta quando è sacrosanta è un diritto. Protestare significa rivendicare i propri diritti. Protestare però non deve essere una prevaricazione dei diritti altrui, un gioco di forza. I toni devono essere civili, l’educazione onnipresente, le ragioni spiegate con obiettività. Non si offende la controparte, protestare non significa avere automaticamente ragione e chi subisce la protesta non è automaticamente in malafede. La protesta pubblicata e poi ritirata accennava velatamente a dei comportamenti illegali, a raccomandazioni, all’uso per fini personali di un bando pubblico. Rasentava la diffamazione, anche se non faceva nomi specifici. Per molti ancora la rete significa anonimato, impunibilità, libertà di dire senza render conto di quel che si dice. Non è così. Indirizzo email ed IP di chi invia le proteste vengono registrati per attribuire ad ognuno le proprie responsabilità.

Chiprotesta.it è un’opportunità di diffusione per le proteste di interesse generale, non è e non vuole essere un consiglio. Le dispute, specialmente private, è meglio risolverle che diffonderle.

About Chi protesta

Divido la mia vita in blog, dove informo i miei lettori e vengo informato dai miei lettori. Scrivo ciò che conosco, leggo quel che voglio conoscere. Leggi tutti i miei argomenti su blogsdaseguire.it.

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