Distribuzione del fondo sanitario nazionale

CHI PROTESTA: Anonimo
CONTRO CHI: lo Stato Italiano
PER QUALE MOTIVO: Fondo Sanitario

mi dovete spiegare perche’ un cittadino della regione Lombardia riceve piu’ fondi sanitari di uno della Campania.

Il motivo lo so’ e cioè ….

Tutta la storia della ripartizione per eta’ grazie a Calderoli……..ma io dico da cittadino campano sono un cittadino italiano ? noooo..giammai…………altro che italiano mi sento preso per il culo questo si…….

Pensate che le prestazioni dei convenzionati esterni si sono esaurite a luglio!

Se in Campania ti ammali dopo luglio sono ca**i amari.
il servizio pubblico ha liste di attese bibliche.

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Qualche cenno sul Fondo Sanitario Nazionale

fondo sanitario nazionale

fondo sanitario nazionale

Attraverso il Piano sanitario nazionale approvato dal Parlamento, il ministero definisce degli obiettivi generali da raggiungere per la salute pubblica, l’importo del fondo sanitario, il metodo di ripartizione di tale fondo alle Regioni che, mediante una rete di Aziende Unità Sanitarie Locali (ASL), intese come il complesso dei presidi di ricovero, cura e riabilitazione, degli uffici e dei servizi dei comuni (singoli o associati) e delle comunità montane, garantiscono l’attività dei servizi sanitari. Il ministero definisce inoltre i criteri generali per l’erogazione di tali servizi, le linee guida per la formazione e l’aggiornamento di medici, infermieri e tecnici, nonché i sistemi di controllo e verifica dei risultati raggiunti.

A decorrere dal 2013 il fabbisogno sanitario nazionale standard è determinato in coerenza con il quadro macroeconomico complessivo del Paese e nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica e degli obblighi assunti dall’Italia in sede comunitaria.

Per la determinazione dei costi e dei fabbisogni regionali, il decreto legislativo 68/2011 ribadisce l’utilizzo dello strumento pattizio, tramite intesa, ma, a differenza di quanto avvenuto con la programmazione triennale prevista dagli ultimi Patti della salute, l’indicazione dell’ammontare del finanziamento da destinare alla sanità, e il relativo riparto fra le regioni, viene lasciato a una determinazione annuale del Ministro della salute, di concerto con il MEF, d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni, sentita la Struttura tecnica di supporto della stessa Conferenza.

La vera novità del decreto legislativo 68/2011 risiede nel processo di individuazione delle regioni di riferimento per la determinazione della quota di fabbisogno sanitario da assegnare a ogni regione.

A tal fine, il Ministro della salute, di concerto con il MEF, sentito il Ministro per i rapporti con le regioni (ora Ministro per la Coesione territoriale), individua cinque regioni da sottoporre per la scelta definitiva alla Conferenza Stato-Regioni. Fra le cinque Regioni, la Conferenza ne seleziona tre, tra cui obbligatoriamente la prima delle cinque, che divengono le regioni di riferimento per il calcolo dei costi standard.

Le regioni di riferimento non devono essere sottoposte a piani di rientro e devono aver garantito l’erogazione dei LEA in condizione di equilibrio economico, nel rispetto degli adempimenti necessari per l’accesso al maggior finanziamento delle risorse destinate al SSN, come verificato dal Tavolo di verifica degli adempimenti regionali. La stessa norma specifica che sono in equilibrio economico le Regioni che garantiscono l’erogazione dei LEA in condizione di efficienza e di appropriatezza con le risorse ordinarie stabilite dalla legislazione vigente, comprese le entrate proprie regionali effettive incardinate nella programmazione della spesa statale per la sanità. Nell’individuazione delle Regioni si dovrà tenere conto dell’esigenza di garantire una rappresentatività in termini di appartenenza geografica al nord, al centro e al sud e di dimensione, con almeno una Regione di piccola dimensione geografica.




Fabbisogno sanitario regionale

L’individuazione del finanziamento della singola Regione (fabbisogno standard regionale) si ottiene applicando all’ammontare destinato al finanziamento nazionale del SSN  il rapporto tra il fabbisogno sanitario standard della Regione e la somma dei fabbisogni regionali standard risultanti dall’applicazione a tutte le Regioni dei valori di costo rilevati nelle regioni di riferimento.

Infine, la quota percentuale assicurata alla migliore regione di riferimento non può essere inferiore alla quota percentuale già assegnatale l’anno precente in sede di riparto, al netto delle variazioni di popolazione.

(fonte camera.it)

Attualità – il fondo per la Sanità 2016

Da beppegrillo.it intervento di Paola Taverna

4 miliardi in meno per la salute dei cittadini

“Questo Governo ha tagliato la Sanità più di qualunque altro. Neanche Monti ha fatto tanto. Solo un anno fa il Fondo sanitario nazionale era a quota 112 miliardi ed era previsto per il 2016 a 115,4 miliardi di euro. Nel corso del 2015, attraverso il Dl Enti locali, il Fondo è stato abbassato a 109,7 miliardi di euro e la previsione per il 2016, di conseguenza, a 113,1 miliardi. Questi 2,3 miliardi di tagli sono stati accompagnati dalla lista di proscrizione del Governo, che ha eliminato circa 180 prestazioni diagnostiche dalla lista dei servizi sanitari gratuiti per i cittadini. I medici sono stati allertati con la minaccia di una decurtazione dello stipendio nel caso si azzardino a prescrivere con troppa facilità una di queste 180 prestazioni sanitarie.

Pochi mesi dopo, nella Stabilità 2016 oggi in esame al Senato, il Governo ha rincarato la dose. Altri 2 miliardi di tagli al Fondo sanitario nazionale, che nel 2016 scenderà quindi a 111 miliardi.

Va detto, peraltro, che il massacro delle Regioni, colpite da quasi 19 miliardi di tagli dal 2016 al 2019, impattera ancora sulla Sanità, dato che il servizio sanitario pubblico copre circa l’80% dei bilanci regionali.

Se consideriamo anche che la popolazione italiana tende all’invecchiamento e che per questo il Fondo sanitario nazionale deve crescere di anno in anno anche solo per mantenere la qualità del servizio, è chiaro che l’attacco alla Sanità pubblica è senza precedenti. Il Sistema Sanitario Nazionale, svuotato e immiserito, verrà pian piano abbandonato e i malati si divideranno in due grandi categorie: malati di serie A, ricchi o benestanti, che andranno ad ingrassare la sanità privata, e malati di serie B, che dovranno decidere se investire tutti i loro esigui risparmi nella salute o rinunciare alle cure, come già adesso sta accadendo. Il rapporto Censis, infatti, segnala che il 41,7% delle famiglie ha rinunciato ad almeno una prestazione sanitaria per i costi troppo salati e le liste d’attesa troppo lunghe.
Il Governo sta svuotando di anno in anno la Costituzione del 1948. Il neoliberismo avanza a grandi passi e si porta dietro diritti, benessere e sovranità.”

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