AGCM contro GoFundme

Gofundme è un portale molto conosciuto per organizzare campagne di donazioni che in questo momento è molto attivo con varie campagne per la raccolta fondi per gli ospedali che lottano contro il coronavirus, come quella organizzata dalla coppia Ferragni/Fedez per il San Raffaele di Milano che ha riscosso un incredibile successo.

Proprio questa attuale e attiva raccolta fondi per combattere il covid-19 ha attirato le attenzioni dell’autorità di controllo AGCM che con un provvedimento urgente ha sospeso ogni campagna di raccolta fondi.

campagne raccolta fondi coronavirus

Il problema è che Gofundme si professa come gratuito, mentre invece ci sono dei costi legati alle commissioni di pagamento con carte di credito.

Sinceramente mi sembra un pretesto per un’azione intempestiva in questo momento che c’è grande bisogno di aiuto da parte di tutti.

Nonostante il provvedimento di AGCM comunque Gofundme è al momento in cui scrivo perfettamente funzionante-

Vediamo il provvedimento di AGCM:

Emergenza coronavirus, intervento cautelare nei confronti del sito web gofundme.com che gestisce raccolta fondi a scopo benefico

Dalle informazioni acquisite d’ufficio e dalla segnalazione di un consumatore, è emerso che taluni comportamenti, realizzati dal professionista, potrebbero integrare fattispecie rilevanti ai sensi del Codice del Consumo.

GoFundMe è una società proprietaria di una delle più grandi piattaforme mondiali per la raccolta fondi. Molte delle raccolte attualmente attive sono in favore degli ospedali e reparti ospedalieri delle zone più colpite dall’emergenza Coronavirus.

Dall’analisi del sito emergono le seguenti evidenze in merito alle informazioni date al consumatore che volesse donare delle somme, nelle varie fasi di accesso alla Piattaforma:

-entrando nel sito della Piattaforma, nella prima schermata, il claim principale sulla sinistra afferma “Raccogli fondi per ciò che ti sta a cuore. Non ci sono costi*”. La nota richiamata dall’asterisco specifica, nella parte inferiore dello schermo, con una frase in caratteri peraltro molto ridotti, che “vengono applicate tariffe standard sulle transazioni con carta di credito e di debito”. Inoltre, scorrendo la schermata principale del sito e in fondo alla stessa è possibile cliccare su “come funziona”, da cui si apre una pagina dove si legge “Veloce, gratuito e sicuro”;

-scorrendo la home page del sito si trovano le “Campagne del momento” ciascuna delle quali ha uno specifico spazio dedicato, cliccando sulla singola campagna (ad esempio la campagna “Coronavirus rafforziamo la terapia intensiva” – destinata a fondi per il San Raffaele di Milano) il consumatore che volesse fare la donazione apre una pagina ove legge la finalità della raccolta e trova sulla destra l’icona “Fai una donazione”;

-cliccando su “Fai una donazione”, si apre una schermata che specifica “Inserisci la tua donazione”, con lo spazio per l’importo che il donatore vuole indicare con “(vuoto),00 euro”. Sotto tale spazio per la cifra da donare si legge “GoFundMe continuerà a offrire i suoi servizi gratuitamente, finanziandosi grazie ai donatori che lasceranno qui un libero importo”. Ancora sotto vi è la frase “Grazie per il contributo facoltativo di:” e accanto un box a tendina con già preselezionato, nel caso usato ad esempio, “10%”;

-il consumatore che si accorgesse di poter deselezionare l’importo deve cliccare a destra del box dove è inserita la percentuale così da aprire la tendina nella quale, scorrendo, si trovano varie percentuali e, in fondo, anche la parola “Altro”. Cliccando su “Altro” solo allora è possibile inserire la cifra zero e non pagare alcuna tariffa.

In sintesi, i comportamenti oggetto di contestazione appaiono idonei a indurre il consumatore medio all’assunzione di decisioni di natura commerciale che altrimenti non avrebbe preso, sulla base di una ingannevole rappresentazione della realtà circa la gratuità dei servizi offerti e di una modalità aggressiva di preselezione della percentuale di contributo al sito su ogni donazione.

Infatti, approfittando della situazione di allarme sanitario esistente e della conseguente sollecitazione a contribuire con donazioni, risulta che:

– la Piattaforma GoFundMe si promuove, già nella prima schermata con un claim immediatamente visibile, come gratuita e senza costi. In realtà, la gratuità non sembra corrispondere al vero dal momento che vi sono costi connessi alle transazioni con carte di credito e debito; inoltre, nella Piattaforma non viene adeguatamente evidenziata la facoltatività delle commissioni su ogni transazione.

Una simile condotta potrebbe configurarsi come pratica ingannevole, in modo da indurre in errore i consumatori e da far loro assumere decisioni commerciali che altrimenti non prenderebbero;

– la Piattaforma preimposta la percentuale di commissioni che applica e solo il consumatore che clicca su Altro nel menu a tendina e inserisce l’importo zero annulla la commissione sulla donazione applicata altrimenti da GoFundMe. Il consumatore viene quindi indebitamente condizionato nella scelta della commissione, che di fatto non è più facoltativa come promesso.

RITENUTO, pertanto, che dall’esame degli atti del procedimento emergono elementi tali da avvalorare la necessità di provvedere con particolari esigenze di indifferibilità al fine di impedire che la pratica commerciale sopra descritta, consistente nell’indurre i consumatori italiani per il tramite del sito www.gofundme.com ad effettuare donazioni sul presupposto che sia un servizio gratuito quando invece li condiziona nella scelta delle commissioni attraverso la preimpostazione, continui ad essere posta in essere nelle more dello svolgimento del procedimento di merito;

L’Autorità ha disposto che il meccanismo di preselezione della commissione facoltativa sia immediatamente eliminato, lasciando piena libertà di scelta al consumatore donante attraverso l’indicazione del valore “zero” che egli potrà modificare.

L’Autorità, in considerazione del particolare momento, continua a porre la propria attenzione su operatori attivi nel mercato dell’e-commerce che adottano comportamenti scorretti e ingannevoli.

About Chi protesta

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