cosa succeda al convitto di Tivoli

CHI PROTESTA: Le mamme e gli educatori del Convitto A. di Savoia di Tivoli
CONTRO CHI: ministero della pubblica istruzione
PER QUALE MOTIVO: destabilizzazione del convitto

“TRABALLA IL PALAZZO DEL CONVITTO”

convitto di tivoli

E sì le fondamenta del palazzo del Convitto stanno per essere destabilizzate.

Il Rettore, pilastro portante, ce lo vogliono portar via. Prima di lui ci vogliono togliere gli educatori, altro mattone principale di questa realtà.

Per il Comune di Tivoli il Convitto, nella situazione attuale, resa possibile da un gran dirigente, è un lustro, un orgoglio, è una realtà che è da “stupidi” lasciarla a decisioni di qualcuno che è così in alto che sembra impossibile raggiungerlo o quanto meno appellarsene.

Chi conosce il Convitto di Tivoli ne parla come se fosse una famiglia, vi assicuro che è vero è una vera casa per gli studenti, per i genitori e per tutti quelli che, anche di passaggio entrano da quella porta.

E’ una casa dove si respira un clima accogliente, funzionale, gradevole dove è piacevole recarsi, stare, meno faticoso anche insegnare e imparare e difficile andare via.

E’ un casa scuola dove tutto funziona, gli insegnanti, ammirevoli, educatori meravigliosi, segretari disponibili, ecc…

Se in questa scuola tutto fila liscio e l’insegnamento è al primo posto, la tecnologi fa differenza, il clima accogliente fa da padrone, dove in sintesi si ottengono risultati veri, un motivo ci deve pur essere.

Siamo sempre alla ricerca di un colpevole in ogni cosa qui il colpevole lo abbiamo tra le mani e contrariamente a tutto ce lo vogliamo tenere stretto.

In Italia poche cose vanno per il verso giusto e perché questa scuola che deve essere di esempio a tutte le altre scuole la si vuole destabilizzare, disgregare in questo modo. Si vuole cancellare la continuità del Rettore, degli educatori che ogni giorno svolgono il loro lavoro non con l’orologio in mano, non con la busta paga sotto gli occhi, ma con il cuore, per rendere quello che sarà il futuro del paese un po’ migliore.

Si punta il dito sempre verso i ragazzi, verso questa generazione superficiale, immotivata ma come si fa a cambiare ciò, se si vuole fermare il tutto ai blocchi di partenza.

Non si può essere rassegnati, non ci possiamo piegare a decisioni così determinanti e deleterie, non possiamo rimanere impassibili verso questa disgregazione e non ci possiamo piegare alle difficoltà del momento, si devono individuare delle vie di uscita dobbiamo trovare delle strategie anche a fronte di opportunità così ristrette e percorsi così difficili.

Una mamma della classe 3 B elementare



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