In diverse città italiane, gli studenti universitari fuori sede hanno piantato le tende davanti agli atenei per denunciare il problema del caro affitti e la carenza di alloggi a prezzi accessibili. Una protesta che è partita da Milano, dove Ilaria Lamera, studentessa del Politecnico, si è accampata davanti all’università per “accendere una luce sul problema” e che ha contagiato Roma, Bologna, Firenze, Torino, Cagliari e altre città.
Gli studenti chiedono alle istituzioni di intervenire con politiche e strumenti che garantiscano il diritto allo studio e all’abitare, come il censimento degli immobili inutilizzati da destinare agli studenti, la riconversione di edifici per creare nuove residenze universitarie, l’aumento dei contributi per l’alloggio e la regolamentazione del mercato immobiliare.
Il motivo per cui gli affitti sono cari è legato a diversi fattori, tra cui la scarsa offerta di alloggi pubblici o convenzionati per gli studenti, la speculazione edilizia e immobiliare che fa lievitare i prezzi nelle città universitarie, la crisi economica e sociale che ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie e degli studenti stessi.
Le possibili soluzioni passano da una maggiore collaborazione tra lo Stato, le Regioni, i Comuni e le Università per mettere in campo azioni coordinate e condivise che rispondano alle esigenze degli studenti. Alcune di queste azioni sono previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), che prevede 60mila nuovi posti letto in più per gli studenti entro il 2026 e un investimento di 1,5 miliardi di euro per l’edilizia universitaria.
Le posizioni del governo italiano sono diverse a seconda dei ministri e dei partiti di appartenenza. Il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha espresso solidarietà agli studenti e ha annunciato un aumento dei posti disponibili per la facoltà di Medicina. Il ministro dell’Istruzione, Marco Valditara, ha invece criticato i Comuni per non aver saputo gestire il problema degli affitti e ha chiesto loro di cedere le caserme dismesse per gli studenti. Questa posizione ha scatenato le reazioni delle opposizioni e dei sindaci delle città interessate dalla protesta, che hanno accusato il ministro di scaricare le responsabilità sulle amministrazioni locali.
La protesta degli studenti non accenna a placarsi e anzi si allarga a livello nazionale. Gli studenti chiedono un incontro con i ministri competenti e con i rappresentanti delle Regioni e dei Comuni per trovare soluzioni concrete e urgenti al problema del caro affitti. Allo stesso tempo, invitano tutti gli studenti di tutti gli atenei alla mobilitazione continua e permanente.
Se sei uno studente in tenda o vuoi sostenere la protesta, lascia un commento qui sotto e raccontaci la tua esperienza, le tue idee e i tuoi motivi. La tua voce conta!