Lavoro e Green Pass: diritti e doveri in contrasto

Il Green Pass è un certificato digitale o cartaceo che dimostra che le persone sono state vaccinate, risultate negative al test o guarite dal covid-19.

Il Green Pass, o certificazione verde , è stato introdotto per la prima volta a giugno ed è stato originariamente utilizzato per viaggiare all’interno dell’UE e per facilitare l’accesso a grandi eventi come matrimoni o per visitare case di cura.

Tuttavia durante l’estate l’ambito del Green Pass – che non si applica ai bambini sotto i 12 anni – è stato ampliato progressivamente, ed è stato aggiornato più volte. Il pass è attualmente richiesto per i pasti al coperto nei ristoranti, i viaggi nazionali a lunga distanza, una serie di attività culturali, ricreative e sociali come musei, piscine,  discoteche.

Per quanto riguarda la richiesta di green pass per recarsi a lavoro finora è stato richiesto per scuole e università e anche se il provvedimento era già lesivo del diritto al lavoro è passato abbastanza in silenzio rispetto alla sua portata..

Ma adesso, con l’estensione del green pass obbligatorio per ogni accesso al lavoro 23 milioni di italiani sono interessati dall’entrata in vigore delle nuove regole del Green Pass dal 15 ottobre.

Tutti i lavoratori in Italia devono avere un Green Pass a causa delle nuove controverse restrizioni introdotte dal governo italiano.

Quali sono le nuove regole del Green Pass in Italia?

Da questo venerdì il Green Pass sarà obbligatorio per tutti i lavoratori – sia del settore pubblico che privato – interessando circa 23 milioni di persone.

Coloro che saranno colti a violare le nuove regole andranno incontro a multe salate o sospensioni senza stipendio , tuttavia nessuno potrà essere licenziato per non avere il certificato sanitario.

Chi non è in possesso del Green Pass non può accedere al proprio posto di lavoro, ogni giorno di assenza viene considerato come assenza “ingiustificata“.

Dopo cinque giorni di assenza dal lavoro, i dipendenti verranno sospesi e congelati la loro paga , con questo tempo non computato ai contributi pensionistici o maturato per le ferie.

I dipendenti non vaccinati possono comunque entrare nel luogo di lavoro ma solo se sottoposti a test covid ogni 48 ore , a proprie spese, con un costo di 15€, anche se molte farmacie applicano sconti ai lavoratori, con una sorta di abbonamento al tampone.

green pass per lavorare

Penalità del Green Pass

Chi si presenta al lavoro senza Green Pass e senza farlo presente al controllore incaricato rischia multe tra i 600 e i 1.500 euro. I datori di lavoro hanno la responsabilità di garantire che il proprio personale disponga del Green Pass e che siano stato oggetto di controllo con l’apposita app Verifica C19

I dirigenti ei datori di lavoro sono tenuti a controllare, su base giornaliera, almeno il 20 per cento della propria forza lavoro.

Le imprese che non effettuano i controlli rischiano sanzioni pecuniarie comprese tra 400 e 1.000 euro.

Anche se il dipendente lavora in smart working è richiesto il green pass ogni volta che si reca nella sua azienda.

Gli unici lavoratori che non sono tenuti ad avere il Green Pass sono quelli che hanno una certificazione medica che li esenta dall’essere vaccinati.

L’obbligo del Green Pass per i lavoratori sarà in vigore fino al 31 dicembre, quando scadrà lo stato di emergenza covid in Italia, dopodiché il suo ambito potrà essere rivisto .

Opposizione al Green Pass

I critici affermano che estendere i requisiti del Green Pass a tutti i lavoratori equivale a una vaccinazione forzata dalla porta di servizio, tuttavia il premier Mario Draghi afferma che la mossa è progettata per aiutare l’Italia a “continuare ad aprirsi“.

Le proteste contro il Green Pass italiano avevano iniziato a svanire durante l’estate, ma nelle ultime settimane si sono rinnovate le tensioni, con violenti scontri a Roma lo scorso fine settimana e minacce di proteste e scioperi il 15 ottobre.

Anche le farmacie sono sotto pressione per far fronte all’impennata delle prenotazioni per i test covid.

Quando il governo ha annunciato le misure un mese fa, l’Italia ha visto un’impennata iniziale delle prenotazioni per le vaccinazioni, tuttavia da allora la campagna ha subito un rallentamento, con l’auspicato “effetto Green Pass” che non si è concretizzato.

Il problema principale comunque non riguarda più il Covid, la vaccinazione od il tampone. Il problema principale è il diritto al lavoro. Si può richiedere al lavoratore un permesso per lavorare? La paga di giornata può essere soggetta ad un requisito che non sia quello della prestazione lavorativa? Bisogna essere autorizzati a lavorare! Purtroppo i sindacati che dovrebbero difendere questo diritto si sono schierati dalla parte governativa e contro i lavoratori.

La campagna vaccinale in Italia

L’ambito del Green Pass continua ad essere ampliato nel tentativo di potenziare la campagna di vaccinazione in Italia, poiché il Paese ha recentemente raggiunto l’obiettivo di vaccinare completamente l’80% della popolazione di età superiore ai 12 anni contro il covid-19. Attualmente sono 43,2 milioni le persone in Italia completamente vaccinate contro il covid, con circa 8 milioni che devono ancora ricevere anche la prima dose.

Quando iniziò la campagna di vaccinazione si parlava di una immunità di gregge con il 60% della popolazione vaccinata. Questo limite è stato poi spostato al 70%.

Adesso sembra che l’80% della popolazione vaccinata non sia più sufficiente. L’impressione è che ci sia in gioco una scommessa, niente di scientifico, ma un gioco a chi riesce a spingere più gente a vaccinarsi, utilizzando ogni mezzo.

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