Disabili al mare: come rendere le spiagge italiane più accessibili e inclusive

Le spiagge sono luoghi di relax, divertimento e benessere per milioni di persone. Ma per le persone con disabilità, l’accesso alle spiagge può essere un ostacolo insormontabile. Barriere architettoniche, servizi inadeguati, informazioni scarse e costi elevati sono alcune delle difficoltà che le persone con disabilità devono affrontare quando vogliono godersi il mare.

Secondo un’indagine realizzata da Udicon, l’Unione Italiana per la difesa dei Consumatori, in alcune regioni italiane, la situazione delle spiagge accessibili è ancora molto lontana dall’essere ottimale. Tra le regioni più accessibili la Puglia risulta al primo posto, seguita da Marche, Lazio e Sicilia. Maglia nera per la Calabria, la regione che ha registrato più barriere architettoniche.

In questo articolo, vogliamo analizzare i principali problemi che le persone con disabilità incontrano nell’accesso alle spiagge e proporre alcune soluzioni per rendere le spiagge italiane più accessibili e inclusive.

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Il futuro del welfare state italiano

Il welfare state italiano è sotto pressione e ci sono preoccupazioni per la sua fattibilità a lungo termine. le famiglie sono sempre più in difficoltà con la sanità, le pensioni ed il lavoro e le sfide che il welfare state italiano sta affrontando sembrano insuperabili; i piani del governo per affrontarli e il potenziale impatto sui cittadini italiani altrettanto incerti.

Cos’è il welfare state

Il termine welfare state si può tradurre in italiano come “stato di benessere” o “stato sociale”. Viene utilizzato a partire dalla seconda guerra mondiale per designare un sistema socio-politico-economico in cui la promozione della sicurezza e del benessere sociale ed economico dei cittadini viene assunta dallo stato come propria responsabilità.

Il welfare state comprende pertanto il complesso di interventi pubblici (stato, regioni, enti locali) diretti a migliorare le condizioni di vita dei cittadini e in una prospettiva di “contratto sociale” in cui lo stato si assume il ruolo di garante del benessere dei cittadini.

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Basta con il bullismo informatico e le offese social: rispettiamo chi soffre

Nell’era dei social network, gli influencer sono diventati delle figure molto popolari e seguite, che hanno la capacità di influenzare le opinioni e i comportamenti di milioni di persone. Gli influencer sono spesso esperti o appassionati di un determinato settore, come la moda, la cucina, il fitness, il viaggio, ecc. e condividono i loro contenuti attraverso piattaforme come YouTube, Instagram, TikTok e altre.

Tuttavia, essere un influencer non è sempre facile e divertente. Infatti, gli influencer sono anche esposti a molte critiche e insulti da parte di alcuni utenti dei social network, che li attaccano per il loro aspetto fisico, le loro scelte personali, le loro competenze professionali o semplicemente per il gusto di farlo. Questo fenomeno è noto come cyberbullismo o bullismo informatico ed è una forma di violenza psicologica che può avere gravi conseguenze sulla salute mentale e sul benessere degli influencer.

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Cosa sono i Lockdown files

Il lockdown è stato un momento difficile per tutti noi, ma ne abbiamo davvero compreso tutte le implicazioni?

Nel corso della notte tra il 2 e il 3 marzo 2023, il quotidiano britannico The Telegraph ha pubblicato una grande quantità di messaggi WhatsApp scambiati tra i ministri del governo di Boris Johnson durante la pandemia COVID-19 del 2020 e i lockdown imposti in Inghilterra. Questa raccolta di messaggi è stata chiamata “Lockdown Files“, ed è stata consegnata al giornale dal giornalista e autrice Isabel Oakeshott.

Ma cosa sono esattamente i Lockdown Files? Si tratta di una serie di messaggi WhatsApp scambiati tra ministri e funzionari del governo inglese durante il picco della pandemia COVID-19 nel 2020, quando il Regno Unito ha implementato misure di lockdown rigorose. La raccolta di messaggi include oltre 100.000 messaggi WhatsApp e 2,3 milioni di parole, e si estende dal febbraio 2020 all’estate dello stesso anno. In questi messaggi, i ministri e i funzionari discutono di una vasta gamma di argomenti, tra cui la strategia del governo sulla pandemia, le restrizioni al movimento, la gestione delle forniture mediche e la comunicazione con il pubblico.

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Truffe Enel, come riconoscerle?

Viviamo in tempi difficili, all’interno dei quali si cerca qualsiasi tipo di via pur di portare la proverbiale pagnotta a casa. Ci avrete fatto caso, impossibile il contrario, che ormai le telefonate sgradite sono aumentate a dismisura, in particolar modo per quel che riguarda l’energia elettrica con il passaggio dal mercato tutelato a quello libero ma anche per tantissime altre questioni. La voglia di inserirsi nel circuito del registro delle opposizioni è comprensibile, d’altro canto a volte anche chi è più preparato, complice un minimo momento di vulnerabilità, ci casca dinanzi a tecniche di persuasione diventate via via sempre più credibili. E invece molto spesso ci troviamo di fronte a delle vere e proprie truffe che non avvengono soltanto telefonicamente ma anche nel vecchio porta a porta, nel tentativo di circuire qualche sprovveduto a cambiare operatore o altro ancora e spillargli contratti che si rivelano dei veri e propri boomerang. Sia chiaro, le compagnie non c’entrano nulla ma sono delle terze agenzie o in alcuni casi dei furfanti che vogliono semplicemente accaparrarsi le commissioni del tuo cambio di operatore. Ma fondamentalmente della tua possibilità di risparmio non gliene frega assolutamente nulla.

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La protesta di FdI contro il cartone animato Peppa Pig

Chi protesta: Fratelli d’Italia

Contro chi protesta: Peppa Pig

Perché protesta: presenza nel cartone animato di una coppia omosessuale

Spesso le campagne elettorali in Italia prendono svolte del tutto inaspettate e di tutto si parla meno che dei reali problemi del Paese e delle famiglie. Invece di concentrarsi su lavoro e disoccupazione, taglio del nucleo fiscale, costo dell’energia, legge elettorale o abolizione della marca da bollo si conquista l’apparizione televisiva parlando di cose futili. Come ha fatto Fratelli d’Italia, uno dei partiti più lanciati nella corsa alle elezioni del 25 settembre, che potrebbe esprimere la prima donna premier della storia italiana.

Dopo l’acceso dibattito sulle Deviazioni, argomento partorito sempre nella campagna elettorale di Fratelli d’Italia, Federico Mullicon n qualità di assessore alla sorveglianza RAI e candidato nel Lazio, ha lanciato una faida contro una puntata del famoso cartone animato peppa pig chiedendo alla Rai di non trasmetterlo.

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